Nelle foreste dello Yucatan in cerca del legno migliore

Arrivare a Tulum, la località turistica messicana più vicina alle foreste vergini dove crescono i maestosi alberi di ziricote e granadillo, non è difficile. “Si arriva in un paio d’ore d’auto da Cancun, città oggi facilmente raggiungibile con voli diretti da Milano Malpensa. Una comodità che mi ha permesso di fare questo viaggio in compagnia di mia moglie, più attratta dal mare cristallino e dalle spiagge bianche dei Caraibi che non dalle foreste dello Yucatan, come il sottoscritto – racconta Alberto Seralvo, titolare di Giacomo Seralvo & Figli -. Ci sono pur sempre undici ore e mezza di volo, poi l’immigration, l’attesa del bagaglio, della macchina e il trasferimento da Cancun a Tulum sulla strada costiera che passa tra i resort di Playa del Carmen e vicino alle grotte Cenote Dos Ojos, paradiso per chi ama snorkeling e immersioni.

prima
seconda

Tulum ci accoglie con una successione di resort, bungalows, ristoranti con cucina internazionale e aria condizionata. Mentre guardo, mi scorrono nella mente le immagini del Messico che ho conosciuto nei miei primi viaggi, quand’ero ospitato in capanne dai tetti in paglia, presso gente semplice che condivideva con me il cibo povero delle loro cucine. Il nostro lodge è comodo e pulito, ha la piscina, mia moglie sarà soddisfatta anche se, aprendo gli occhi, io non riuscirei a distinguere questo posto da un qualsiasi altro resort di Miami o della nostra Sardegna.

La spiaggia del resort è luminosa e candida ma non per natura, bensì per il lavoro mattiniero di una squadra di spalatori e camion. Sì, perché l’inquinamento e i cambiamenti climatici globali hanno fatto danni anche in questo angolo di paradiso. Lo sviluppo abnorme del sargasso negli ultimi 6-7 anni ha portato enormi zattere di quest’alga a spiaggiarsi sulle coste del Quintana Roo. Spinte dal vento, le alghe invadono a tratti i 450Km di strada che costeggiano la barriera corallina tra Cancun e Chetumal. Con nostalgia devo constatare come il Messico abbia perso molto dei suoi colori originari, per diventare una copia dell’America peggiore.

terza

La mattina di buon’ora mi attende il fuoristrada con la guida che mi accompagnerà nel percorso di un centinaio di chilometri fino alle zone in cui i tagliatori locali (non di teste, per fortuna!) trasportano e radunano i tronchi. In attimo la guida mi ha già raccontato la storia della sua vita, finché non diventa impossibile parlare stringendo i denti nel percorso accidentato delle piste fuori mappa che si addentrano nella foresta”.

quarta

Nella foresta vergine, le piante pregiate crescono disperse, in simbiosi vitale con altre migliaia di specie dividendo ogni spazio di luce e di terreno. Il granadillo, noto anche come palissandro messicano, non fa eccezione. Escludendo le piante giovani che devono essere rispettate, quelle mature adatte al taglio sono pochissime: “Una o due per ogni chilometro di foresta – spiega Seralvo -. Piante enormi che abbiamo  prenotato dall’Italia e che sceglieremo sul posto per avere garanzie sulla provenienza (soprattutto lecita, ndr) sulla qualità del legno che, una volta tagliato, forniremo ai nostri clienti. Qui viene la parte più importante del mio e del nostro lavoro d’azienda. Il motivo che mi ha portato, come tante altre volte, in Messico”.

Segue nel prossimo blog…



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