Vado al massimo, viaggio in Messico

Paese insieme giovane e ricco di storia (pensiamo agli Aztechi e alle tracce lasciate dalle cività precolombiane) il Messico vanta un territorio sorprendente con spiagge a perdita d’occhio, deserti, montagne e grandi foreste. Aree ricche di biodiversità e specie vegetali dove, sotto il controllo governativo, viene praticato il taglio controllato di legnami che sono molto apprezzati in Occidente, come Ziricote e Granadillo di cui vi abbiamo già parlato in questi blog.

Legnami che Giacomo Seralvo & Figli sceglie sul posto per avere insieme le garanzie della provenienza lecita e della qualità finale del prodotto, una volta lavorato e reso disponibile ai clienti presso il magazzino di Meda. “Tra pandemia e motivi di cautela non tornavo in Messico da quattro anni – racconta Alberto Seralvo, titolare di Giacomo Seralvo & Figli -. Il Messico è un Paese ricco di bellezze naturali che negli ultimi vent’anni ho avuto modo di percorrere in lungo e in largo con scarponi e fuoristrada. Un Paese che è molto cambiato negli ultimi anni, da selvaggio e struggente a meta turistica tutto compreso per americani annoiati in cerca di resort, relax in spiaggia e trasgressioni non sempre innocenti”.

“Non essendo ahimé più giovane come un tempo, ho deciso che questo viaggio di lavoro in Yucatan, fissato per comprare i tronchi grezzi da importare e lavorare in Europa, lo avrei fatto in modo molto diverso dal passato. Poiché la foresta non è lontana, avrei pernottato in un comodo resort nella città di Tulum, dove mia moglie e sperabilmente anch’io nelle pause tra gli impegni, avremmo potuto goderci il sole, il mare e le spiagge bianchissime del mare dei Caraibi.

Un viaggio che mia moglie desiderava da tempo e nel quale anch’io avrei potuto avere qualche pausa per rilassare il fondoschiena dopo il centinaio e passa di chilometri in 4×4 che mi aspettavano per raggiungere le zone dove i tagliatori radunano le piante per permetterne la selezione da parte degli acquirenti. Chilometri e chilometri di piste fango e buche, fatte resistere lo stretto necessario allo sfruttamento controllato di aree specifiche della foresta e quindi, esauriti i compiti, ritornare foresta. Ebbene sì! Dopo quattro anni di fermo, questa volta avrei viaggiato al massimo, programmato la permanenza in modo più comodo rispetto al passato e, soprattutto, avrei fatto felice mia moglie.

Segue nel prossimo blog…



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